E stasera, che era Venerdì Santo, mi sono sorpreso a pensare a quale dovesse essere il pensiero di meditazione importante per questo giorno. Perché ogni giorno deve averne uno, per me. E allora Ho pensato che questa era un giorno di dolore. E ho pensato che il dolore più grande deve essere quello di un genitore che piange un figlio. Perché non è naturale che vada così. Dovrebbe morire prima il nonno, poi il genitore, poi il figlio e così via.
E allora ho pensato al dolore dei genitori davanti al cadavere di un figlio ucciso.
E in particolare ho pensato al dolore della mamma davanti al figlio morto. Perché quello della mamma deve essere un dolore ancora più straziante, perché quel figlio è sempre frutto del suo ventre, frutto dei suoi umori interni. E quel figlio ha imparato a conoscerlo nei nove mesi che l’ha costruito dentro di sé.
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