Se non avete visto questo film, smettete immediatamente di leggere perché qui sotto vi dico tutto.
Primo avvertimento: non è un film su Roma, come erroneamente detto da molti critici. È un film intimo, personale. Che parla di profondità e del senso della vita.
Detto questo, procediamo.
Il protagonista Jep (Servillo) ha l’anima dannata. Avrebbe voluto una vita di significati, amore e profondità e invece si trova ad essere il principe della vacuità mondana. Il fatto che la sua sia un’anima dannata lo vediamo confermato dall’ultima scena con il Cardinale (Herlitzka) che, dopo essere apparso per tutto il film come apparentemente superficiale, si congeda da lui con uno sguardo tremendo e l’imposizione del segno della croce.
Jep è una specie di Dott. Faust che, in cambio di una vita di fama e di soddisfazioni materiali, ha pagato con l’allontanamento dall’unica cosa che conta: l’amore, estrema bellezza per l’anima.
L’unico suo…
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